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Devo scrivere di te,
che oggi m’hai reso tanto inospitale
ed irrequieto, capovolgendo ogni
pensiero ed ogni studio.
Devo scrivere di te
che hai gli occhi verdi e lo sguardo distratto
e timido assorto tra cuffie bianche.

Devo scrivere di te,
che m’hai reso inutile il cambiamento
e distrutto per un attimo certezze
che avevano basi. Devo scrivere
di te che confidavi sul silenzio
e sulle note e sulle croci a lapis
segnate in tant’altre combinazioni.

Devo scrivere di te,
che mi raggiungi in un luogo a me caro
e che pensavo fosse morto e senza
gl’inganni del presente.
Devo scrivere di te
che frenavi lo sguardo
e più non leggevi nel blu scoperto
che l’incertezza lucra nell’attesa.

Devo scrivere di te,
che non hai per me nome
ma che tieni traccia del mio passaggio
di ritorno a levante.
Devo scrivere di te
dalle mille disponibilità
e dalle strane buffe
facce che si mostran semplici e vaghe.

Devo scrivere di te
ancora per un’altra strofa ancora,
prima che torni la volontà saggia.
Devo scrivere di te
che sembri esser venuta
come amica in segno di pace e d’altri
mondi lontani ed altri giorni e volti.

 

Lorenzo Cusimano, Debolezze, Casteldaccia (Italy), 2014.

 

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