Sfacelo di idee e contrattazioni,
assurde cognizioni.
Maschere e zombi,
vecchi demoni e stolti amici:
ecco il Carnevale,
vivo sul finire ed
assurdo nel fuggire.
Io son qui con le sue maschere,
e vittima dei suoi scherzi.
Son lo sbaglio dell’umana gente,
triste, sconsolato e perdente.
Costruttore di distruzione,
son la preda scelta del destino.
Tutto su di me, sfida al mio orgoglio;
tutto contro me, un muro e
delle catene mi rendono innocuo;
voglio combattere, ho le forze del male
accanto e puzzolenti da non sopportare!
«Ah-ah-ah». Hanno riso di me,
io piango, adesso, per lo sconforto.
«Vai-vai». Solo ciò si sente,
non posso ascoltare,
ho le mie idee da seguire –
almen quel che ne son rimaste,
ormai a pezzi e intraducibili -.
«Lascia, lascia stare». Ancora voci,
e solo sconforto;
m’han tolto il cuore,
l’han bruciato, affogato e deriso,
l’han ubriacato, picchiato e squarciato,
l’han dipinto di verde e
m’han detto: « tieni è tuo»!
Oh, povero Mondo,
tutti han parole per scusarsi,
frasi per congedarsi e
gesti per difendersi.
Sol io son inutile contro esso,
l’ho contro per alcun motivo,
cerco di ammaliarlo,
ma m’uccide ogni volta con terribili obiezioni,
non son capace di difendermi.
Ed adesso chiedo riflessione,
cervello d’uomo e sensibilità umana,
ma cosa v’ho fatto di male,
si, ho calpestato e deriso,
ma non merito così tanto male.
O forse si?
Comunque vada, a Carnevale
ho fallito per lo stupido sentimento:
l’Amore!
Questo è il Carnevale,
si festeggia e si piange;
vige la legge
dello scherzo che vale!
Lorenzo Cusimano, Eterno Ideale, Casteldaccia (Italy), 1999-2002.
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