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2014, Agonia, Alberi, Anima, Baci, Caffé, Calma, Cristina, Decadenza, Endecasillabi, Estate, Futuro, Idee, Lettere, Luoghi, Mondo, Palermo, Parole, Partenze, Piedi, Ricchezza, Rifugio, Rumore, Senso, Silenzio, Speranza, Stazione, Tempo, Università, Versi sciolti, Viale delle Scienze, Volti
Trascinarsi sui piedi e sulle idee
gravi come un macigno sul futuro
dimenticato. Abbandonarsi spenti
in un’agonia nel luogo ove perse
si sono le lettere e dove soli
ci si strascina, là dove d’un tempo
ci si sentiva pieni come l’otre,
capaci ed intimi nella parola
ed una tazza di caffè sembrava
il mondo ed il fondo la sua ricchezza.
Ogni isola d’alberi che profuma
del miele della decadenza, appare
soltanto un bacio, dove non han senso
il rifugio e ‘l riparo dalla calma.
E la via si strascina trascorrendo
nell’incuria spinta della materia
e dell’alma che più non sa reagire
alla crudeltà e alla fin d’un’estate.
E poscia avanti si va nello strascico
del rumor della città e più non trovo
Cristina per un caffè, sigaretta
ed un conforto: per questo scompare
Porta Sant’Agata ed il suo clamore.
Mutan le forme e più ci s’avvicina
alla stazione delle dipartenze:
cambiano i volti e s’abbrutan le genti
a causa de’ continui spostamenti.
Affogan le speranze nel lasciare
i luoghi, nonostante li tormenti,
i silenzi e le magre solitudini.
Sarà, ma non credo che fu soltanto,
ché mi mancarono oggi le tue trecce.
Lorenzo Cusimano, Debolezze, Casteldaccia (Italy), 2014.