Percepisco un fallimento lineare,
su ogni cosa e campo,
ne risente il mio canto di perfezione
dopo lunghe e strane notti a lodarlo.
Non ho equilibrio e misurazione,
e perdo storie, tempo e anima
che si ritrovano in un abisso d’incomprensioni
grande più del mare e del mio pensare.
Pover me: senza speranze di guarire
di star dritto e non svenire,
di uscire da sto caos con un vessillo,
posso sol vestirmi da sconfitto e fallito.
Lorenzo Cusimano, Eterno Ideale, Casteldaccia (Italy), 1999-2002.