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2011, Acqua, Canto, Carta, Cielo, Giardino, Gocce, Ottava finale, Pagine, Pioggia, Tragedia, Vento, Versi sciolti
Piano gocce d’acqua cadono
e lievi appena bagnano
la carta d’un quaderno aperto
ch’ho lasciato lì nel giardino;
come irregolar cerchi lente
s’allargano su li quadrati,
mentre il tonfo e ‘l riverbero
il cielo gonfiato ritmano.
Una mano recuperarlo
vorrebbe, ma l’altra si muove
a non farlo, per osservare:
godere mi voglio la scena
sublime e l’estrema tragedia
dell’acqua che cade or ora
con veloce arrivo e più intensa.
E si gonfiano le pagine
e s’inzuppano, mentre il vento
l’anima bombicina sferza,
i cui fogli quadri attaccansi.
La pioggia cessa, anche in giardino,
e a piedi nell’erba e nel fango
con calma curiosa m’avvento
sul quaderno aperto del tempo.
Delle gocce nulla rimane
e delle lacrime; fradicio
tutto è, tranne il testo d’un canto
di sorgiva apparso d’incanto.
Lorenzo Cusimano, Finzioni, Casteldaccia (Italy), 2011.
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