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Il mio appcon esposto…

~ tornerà la distanza tra le dita delle nostre mani

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Raggiro – III

16 domenica Ott 2016

Posted by lorenzoqsimano in A lei, Amando tua sorella

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Tag

2008, Birra, Birre, Fantasia, Idee, Magione, Nadia, Occhi, Palermo, Settine, Umore, Versi liberi, Versi sciolti

È inutile fantasticare
e le illusioni rispettare:
tanto i tavoli della Magione
non cambiano disposizione;
forse il prezzo libero della birra,
ma quest’ultima è solo una questione
di cervicale umore.

Una tipica scena d’amor,
da cercar con la fin dell’occhio,
è il rimedio doloroso efficace,
perché proprio le fantasie
e le idee scioccamente ingenue,
spropositatamente incoscienti,
distrugge e estirpa alla radice.

 

Lorenzo Cusimano, Amando tua sorella, Casteldaccia (Italy), 2008.

 

Vedi anche Raggiro – I e Raggiro – II

 

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Luce è vedere il cielo del mattino

08 sabato Ott 2016

Posted by lorenzoqsimano in A lei, Amando tua sorella

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Tag

2008, Alba, Birra, Birre, Cielo, Distico finale, Endecasillabi, Luce, Magione, Nadia, Palermo, Settenari, Sole, Strade, Versi sciolti

Luce è vedere il cielo del mattino,
con le spalle alla porta di casa tua,
e poi imboccare rapido e ventoso
un’autostrada lenta.

Gentile è averti aspettato una notte,
rendendo un tavolo bosco di birre:
condizione base per ricominciare
a sorridere in quelle piccole ore,
che Morfeo corrompe.

«Nadia, credo d’aver amato, stanotte,
di più delle altre volte».

 

Lorenzo Cusimano, Amando tua sorella, Casteldaccia (Italy), 2008.

 

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Amando tua sorella

29 giovedì Set 2016

Posted by lorenzoqsimano in A te, Amando tua sorella

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Tag

2008, Bellezza, Birra, Birre, Cuori, Eliana, Labbra, Napoli, Novenari, Occhi, Parole, Profumo, Roberta, Versi sciolti

Riguardando le nostre foto
l’indizio della tua bellezza
divien prova inconfutabile:
non fu per altro alcun fattore,
che tra castelli e birre calde
letale venne il tuo profumo
ed incantate le parole;
non fu per altro, che begli occhi
risorsa valida furono
per il solitario soggiorno;
non fu per altro, che le labbra
nostre s’incontrarono tanto
mentre il cuore usciva di senno,
volendo, amando tua sorella.

 

Lorenzo Cusimano, Amando tua sorella, Casteldaccia (Italy), 2008.

 

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Povero sciocco

29 lunedì Feb 2016

Posted by lorenzoqsimano in Quattordici poesie per un sonetto d'amore, Seconda quartina

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Tag

2006, Azzurro, Birra, Birre, Chitarre, Dolore, Francia, Lacrime, Parole, Pazienza, Piacere, Pianti, Sigarette, Sogni, Tati, Versi liberi, Versi sciolti

«Povero sciocco amami e saprò
come trovar il modo di far piangere
il tuo dolore e di far urlare
la tua pazienza. Sei il mio uso
di questi giorni insignificanti
che forse neppure ricorderò.
Tieniti le tue parole dolci
e le tue chitarre maledette
e scorde e scordati di me
perché non puoi, non sai prendermi,
non voglio; soffri che anche i miei sogni
lo vogliono, traendo il piacere
delle lacrime amare tue che ridere
et odiare mi fanno. Un paio di birre
cinque-sei sigarette, stai zitto,
forse è meglio; meglio un alto
gallico biondo dagli occhi azzurro
intenso che te maledetto e semplice
arabo di provincia; tienti le tue
parole dolci e i tuoi messaggi patetici;
rinuncia a me e continua ad illuderti!!»

«Cado inesorabilmente e per questo
motivo fiducioso, speranzoso e stupido
aspetto!».

«Ah-ah-ah-ah! Però a far ridere
sei bravo!».

 

Lorenzo Cusimano, Quattordici poesie per un sonetto d’amore, Casteldaccia (Italy), 2006.

 

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Un minuto…

13 mercoledì Gen 2016

Posted by lorenzoqsimano in Prima quartina, Quattordici poesie per un sonetto d'amore

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Tag

2006, Baci, Birra, Birre, Braccia, Minuti, Orari, Partenze, Sigarette, Tati, Treni, Versi liberi, Versi sciolti

Vorrei averti ancora un minuto
prima che parta, ma gli orari
non mi danno il tempo ed io mi danno:
mi sarebbe bastata un’altra birra
e una sigaretta tra le tue braccia
e i dolcevita che il tuo collo
da baciare coprono, lasciando lo spazio
d’imperversare e fantasticare…

 

Lorenzo Cusimano, Quattordici poesie per un sonetto d’amore, Casteldaccia (Italy), 2006.

 

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Il romanzo dei felici – I

18 venerdì Dic 2015

Posted by lorenzoqsimano in Il romanzo dei felici

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2005, Amarezza, Ambra, Birra, Birre, Bocca, Cuori, Domani, Felici, Felicità, Giallo, Idee, Ieri, Occhi, Rammarico, Realtà, Romanzo, Rose, Silenzio, Singhiozzi, Speranza, Tati, Tempo, Versi liberi, Versi sciolti

Ieri vivevo con la speranza
che l’oggi fosse un giorno migliore.
Oggi vivo nel rammarico
che non sia più come ieri e imploro
che nel domani torni tutto com’era
ieri.

Che strano silenzio!
Tutto è un silenzio,
il mio cuore è un silenzio,
la mia mente non lo è,
ma è come se lo fosse.

Dobbiamo stringerci le mani
sino a farci male
e aggrapparci ad un romanzo felice
per uccider il dolore,
per qualche attimo.
Qualche attimo frammentato
dove poter pettinare i nostri riccioli
per trovar fastidio nei nodi
impettinabili.
Forse è il pettine
non è conveniente e giusto…
o forse la testa è quella sbagliata.
Quella bella testa in cui riposano
i nostri sogni e le loro
idee: idee
che non ci fanno pensare
e però non ci fanno star male…
bell’affermazione, una bella
affermazione,
a me piace, abbastanza, tanto
da volerla cristallizzare,
imprimere nell’ambra gialla,
e dividere in due bei pezzi,
una parte da metter sul comodino,
tale da vederla ogni mattino
quando mi sveglio, e un’altra
da ingoiare e assimilare
per diventar più forte,
per aver il gusto del reale
che quest’amara bocca è stata
troppo, per troppo tempo, abituata
al dolce: il dolce
del tranquillo, del normale e del corretto.
La parte ingoiata sarà solo
sostanza e niente apparenza:
gli occhi languidi sorrideranno,
i singhiozzi saranno risate,
le pisciate fiumi di sapienza
e i tremori dei nervi rose sbocciate
in un freddo marzo rivoluzionario.

Questa splendida ventata di speranza e freschezza,
però fa male, molto male.
Gli incoscienti la prendono in pieno;
i furbi la prendono a calci in culo;
io… io mi copro di giacche,
sciarpe e mantelline – senza dimenticare
di proteggere il capo – : non posso
espormi a tali pericoli e a tali soluzioni
valide… però voglio assistere
allo spettacolo, questa sera
non ho nulla da fare anche se non posso
fare troppo tardi – domani
devo alzarmi presto
se no non farò in tempo alla prima
del mio progetto di vita perfetta –
forse però riesco a farmi due birre.

 

Lorenzo Cusimano, Il romanzo dei felici, Casteldaccia (Italy), 2005.

 

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Tra gli Afterhours e le puttane

14 lunedì Dic 2015

Posted by lorenzoqsimano in Il romanzo dei felici

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2005, Afterhours, Alcool, Birra, Birre, Dubbi, Lacrime, Musica, Puttane, Respiri, Rock, Silenzio, Tati, Versi liberi, Versi sciolti

Tra gli Afterhours e le puttane
preferisco quelle puttane degli Afterhours.

Io passeggio contento
nella libera interpretazione
anche se i miei organi
rigettano il senso incompatibile
ridendo delle mie lacrime e ansie.

Devo stare in silenzio,
perché così vogliono, così vuole…
così fanno i miei dubbi
mentre tu bevi birra:
urlare non posso, tu non vuoi,
neppure Manuel.
Senza te respiro, ma desidero
il tuo affanno.

 

Lorenzo Cusimano, Il romanzo dei felici, Casteldaccia (Italy), 2005.

 

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