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Quella notte dovea ancora venire,
ma tra noi ed il futuro
s’insinuava il deserto che doveva
decider di noi e della nostra misera
discesa del seme. Così avevamo
creduto che dalle visioni lunghe
scaturisse la vita
e la nostra passione.

Nelle grinze del tempo
e del profondo universo indomabile
scelsi di sacrificar te e la mia
felicitate, diventando mostro
per un principio di somma giustizia
che si carca del sangue
degli ammazzati morti.

Il trono della sete di potere
nutrendo, abbandonai
una via già percorsa
nelle visioni per generar nuovo
ordine. E tu sì sparisti dal mondo,
dal filo, dalle tracce, da’ ricordi.
Nulla restò, de’ tuoi cenni si perse
il candor, della nostra notte il fiore.

 

Lorenzo Cusimano, Debolezze, Casteldaccia (Italy), 2014.

 

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